Introduzione
L’11 ottobre si è conclusa quella che è considerata la più grande acquisizione in oltre 20 anni per Exxon, valutata tra le più importanti compagnie petrolifere statunitensi a livello mondiale.
Exxon Mobil ha raggiunto un accordo definitivo per l’acquisizione della concorrente Pioneer Natural Resources, che dovrebbe concludersi, stando le ultime indiscrezioni, prima della metà del 2024, una volta ricevuta l’approvazione da parte della Federal Trace Commission.
Il corrispettivo pattuito è di 253 dollari ad azione, un prezzo che rappresenta un premio del 9% rispetto al prezzo medio di Pioneer nei 30 giorni precedenti al 5 ottobre, quando sono emerse le voci delle trattative.
L’accordo apre la strada alla più grande acquisizione di Exxon dai tempi della fusione con Mobil Corp nel 1999 ed è la più grande acquisizione al mondo annunciata nel corso del 2023.
L’impatto dell’operazione sull’industria petrolifera americana
Attraverso la fusione si crea un colosso che controllerà gli oltre 3.439,82 Km quadrati del Midland Basin in Texas, precedentemente appartenenti a Pioneer, con gli oltre 2300 Km quadrati nel Delaware, precedentemente di proprietà di ExxonMobil. Questa vasta area, che si estende tra Texas e Nuovo Messico, ospita riserve di petrolio stimate in circa 16 miliari di barili.
Grazie all’unione tra le due potenze statunitensi, la produzione giornaliera di ExxonMobil nel Bacino Permiano è destinata a più che raddoppiare rispetto ai livelli attuali, raggiungendo 1,3 milioni di barili al giorno, in base alle previsioni per il 2023. Nel 2027, invece, ci si attende una crescita ancora più significativa, con la produzione giornaliera che dovrebbe avvicinarsi a quasi 2 milioni di barili al giorno. La conseguenza finale, anche se non immediata, sarà un aumento dell’offerta di petrolio ed è pertanto inevitabile che il prezzo subisca pressioni al ribasso.
Le operazioni c.d. all – stock
La fusione in questione è un’operazione all – stock del valore di circa 60 miliardi di dollari, o 253 dollari per azione. Secondo i termini dell’accordo, gli azionisti di Pioneer non riceveranno direttamente il denaro, ma un’equivalente di 2,32 azioni di ExxonMobil per ciascuna azione posseduta nell’incorporata.
Infatti, nelle operazioni all – stock, sempre più ricorrenti in riferimento a fusioni e acquisizioni, gli azionisti della società target ricevono come pagamento azioni della società acquirente anziché contanti.
Questo tipo di operazione può rappresentare la strategia vincente tanto per gli investitori della società target quanto per la società acquirente.
Per i primi, l’operazione all – stock viene scelta quando gli stessi desiderano ottenere una partecipazione nella società acquirente anziché ricevere un corrispettivo in denaro. La scelta si rivela ottimale quando la fusione porta a un aumento del valore delle azioni della società acquirente dopo la conclusione del deal. Tuttavia, il valore delle azioni potrebbe anche diminuire nel corso del tempo. A questo punto, un modo per convincere gli azionisti incerti ad accettare azioni anziché cash come corrispettivo dell’acquisizione è quello di offrire loro un premio rispetto al prezzo medio a cui le azioni sono scambiate sul mercato nel periodo che precede il deal.
Dal punto di vista delle società acquirenti, la fusione basata sullo scambio di azioni è un processo più efficiente e meno complesso rispetto a una fusione tradizionale che coinvolge il pagamento in contanti.
L’acquisizione di una società, infatti, può essere particolarmente onerosa e non sempre le società acquirenti dispongono della liquidità sufficiente per portare a termine l’operazione. L’avvio di una fusione all-stock, pertanto, consente alla società acquirente di risparmiare sia tempo che denaro, poiché evita il ricorso al mercato del capitale di prestito, che potrebbe a sua volta influire negativamente sulla performance finanziaria della stessa società.
La normativa antitrust
Per il perfezionamento della fusione ExxonMobil – Pioneer è richiesta l’approvazione da parte delle Autorità Antitrust degli USA che comprendono il Dipartimento di Giustizia (Department of Justice, DOJ) e la Federal Trade Commission (FTC). Esse hanno il potere di indagare su casi di violazione delle leggi antitrust e imporre sanzioni in caso di accertata violazione.
Negli Stati Uniti, la normativa antitrust è disciplinata principalmente da due leggi federali: il Sherman Antitrust Act del 1890 e il Clayton Act del 1914, adottate per promuovere la concorrenza economica e prevenire comportamenti anticoncorrenziali da parte delle imprese.
L'articolo 1 della Legge Sherman stabilisce che è illegale qualsiasi “combinazione in restrizione del commercio”. Disposizione di carattere generale, è considerato il principio fondamentale che vieta la formazione di cartelli o accordi che limitino la concorrenza.
La Legge Clayton affronta questioni specifiche in materia di fusioni e acquisizioni, richiedendo che le imprese notifichino e ottengano l'approvazione delle autorità antitrust prima di procedere con l’operazione straordinaria, consentendo loro di impedire quelle che sarebbero dannose per la concorrenza.
Alla luce dei fatti, sarà la Federal Trade Commission a valutare, nei prossimi mesi, se la fusione ExxonMobil-Pioneer sia conforme alla normativa: tale operazione dà infatti vita ad una potenza che sarà al vertice del più grande giacimento petrolifero degli Stati Uniti.
Secondo diversi esperti antitrust, l’accordo potrebbe attirare un controllo delle autorità di regolamentazione, ma l’approvazione sembra essere l’opzione più plausibile poiché le partecipazioni combinate delle società costituirebbero solo una frazione della produzione globale di petrolio, al di sotto delle soglie che in genere giustificazione un’azione.
Conclusioni
L’operazione ExxonMobil – Pioneer, in caso di perfezionamento, avrà un impatto decisivo sul destino del mercato petrolifero nel breve periodo periodo, anche alla luce delle conseguenze della recente crisi geopolitica in Medio Oriente.
La chiave del deal risiede nel presupposto che il petrolio e il gas continueranno a svolgere un ruolo centrale nell’approvvigionamento energetico globale per molte generazioni, indipendentemente dalle direzioni che diversi Paesi stanno seguendo verso un futuro con minori emissioni di carbonio.
Secondo Darren Woods, CEO di ExxonMobil, infatti, la fusione è “un’opportunità per assicurare agli USA una ancor maggiore sicurezza energetica, utilizzando le migliori tecnologie, l’eccellenza operativa, e la capacità finanziaria per un’importante fonte di approvvigionamento domestico, a vantaggio dell’economia e dei consumatori americani”.
Bibliografia
https://www.ft.com/content/60295c70-a6a8-4e72-8597-4ce75d5b7c40;
https://www.investopedia.com/terms/a/all-cash-all-stock-offer.asp;
https://www.investopedia.com/ask/answers/06/stockforstockmergerdetails.asp.
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