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Il paradosso Novo Nordisk, l'azienda danese che vale più della Danimarca

  • A. Ferrari
  • 22 apr
  • Tempo di lettura: 9 min

Aggiornamento: 6 set

Novo Nordisk, società farmaceutica danese nata nel 1923, con sede a Bagsvaerd, vicino a Copenaghen, è protagonista di una storia che ha dell’incredibile: uno dei suoi farmaci contro il diabete, l’Ozempic, utilizzato in maniera impropria per perdere rapidamente peso, l’ha portata in due anni a raggiungere una capitalizzazione di mercato di più di 600 miliardi di dollari, quasi il doppio del PIL della Danimarca. L’idea che uno stato ospiti al suo interno un’azienda che vale più di sè, più della somma delle attività dei cittadini, della loro produzione, del suo patrimonio, è paradossale: l’articolo esamina il successo di Novo Nordisk e le conseguenze che comporta per l’economia danese, alla luce anche delle incognite del futuro e dei dazi statunitensi che incombono.


L’ascesa e il successo


Novo Nordisk è diventata la più grande azienda europea per capitalizzazione di mercato, superando i 600 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto al PIL della Danimarca, pari a circa a 361 miliardi di euro; nel 2023 ha superato persino il colosso francese del lusso LVMH (che aveva una capitalizzazione di mercato pari a 333,7 miliardi di dollari), diventando così la società più “preziosa” d’Europa.


Tutto questo grazie al successo del farmaco Ozempic, sviluppato nel 2012 per trattare il diabete: da quando si è scoperto che l’Ozempic ha come effetto collaterale una rapida perdita di peso, il farmaco ha cominciato ad essere utilizzato (impropriamente) anche per trattare l’obesità. In poco tempo è divenuto richiestissimo, soprattutto negli Stati Uniti, utilizzato da pazienti in sovrappeso che cercano di perdere peso rapidamente e senza sforzo, spopolando anche fra le star di Hollywood (persino Elon Musk ha dichiarato recentemente di farne uso).


Così, le vendite si sono impennate in maniera esponenziale: prima, nel 2021, l’azienda fatturava 140 miliardi di corone danesi (poco meno di 19 miliardi di euro); in soli 2 anni i ricavi sono aumentati del 65% e l’azienda ha chiuso il 2024 con un fatturato raddoppiato, pari a 290,4 miliardi di corone (circa 39 miliardi di euro). L’aumento della domanda è divenuto tale che la produzione di Ozempic non era in grado di stare al passo.


Per risolvere il problema della carenza di Ozempic, Novo Nordisk ha introdotto nel mercato nel 2022 il nuovo farmaco Wegovy, che utilizza lo stesso principio attivo dell’Ozempic, la semaglutide, ma è studiato specificamente per trattare l’obesità. Ha avuto anch’esso un’immensa popolarità, che ha fatto crescere ulteriormente le attività e gli a\ari della società danese. Inoltre, sembrerebbe, dai risultati di alcune ricerche, che Wegovy sia utile anche al di là del suo effetto antiobesità: secondo i risultati di uno studio, ridurrebbe del 15% il rischio di morte per malattie cardiovascolari e del 20% le probabilità di avere un infarto; ciò ha ulteriormente spinto al rialzo il titolo di Novo Nordisk.


Nel 2024, Novo Nordisk ha registrato un fatturato di 290,4 miliardi di corone danesi (circa 39 miliardi di euro), in crescita del 25% rispetto al 2023.


Gli Stati Uniti sono il Paese in cui la domanda è salita maggiormente e, secondo i calcoli di Novo Nordisk, almeno 50 milioni di americani potrebbero aver bisogno dell'antidoto all'obesità. Attualmente però l'azienda sta trattando con 500 mila pazienti statunitensi e ha limitato la vendita di alcune dosi iniziali per garantire le forniture alle persone che già assumono il farmaco.


Per far fronte all’enorme domanda di farmaci, l’azienda sta investendo nella costruzione di nuovi impianti, sia in Danimarca – ad esempio il nuovo stabilimento di produzione a Odense, i cui lavori di costruzione dovrebbero terminare nel 2027 e che dovrebbe creare 400 posti di lavoro permanenti – sia negli Stati Uniti – dove, per il nuovo impianto a Clayton (Carolina del Nord) Novo Nordisk sta investendo 4,1 miliardi di dollari.


Un mercato in crescita


Il mercato dei farmaci antiobesità è uno dei più redditizi: ha già raggiunto i 6 miliardi su base annua e, secondo Goldman Sachs Research, potrebbe crescere di ben 16 volte nei prossimi anni e raggiungere i 100 miliardi entro il 2030. Infatti, secondo le stime, i malati di diabete nel mondo sono oltre 500 milioni di individui, e quelli affetti da obesità oltre 800 milioni; il dato rilevante per i manager di Novo Nordisk è il fatto che, se dei diabetici solo il 15% è trattato efficacemente, per i malati di obesità questa percentuale scende al 2%: si tratta quindi di un mercato con enormi prospettive di crescita. Inoltre, il numero di persone in sovrappeso è destinato a crescere in maniera considerevole: l’OMS descrive infatti l'obesità come una "epidemia in aumento" e stima che più di 1 miliardo di adulti in tutto il mondo saranno in questa condizione alla fine del decennio.


L’oligopolio di questo settore “d’oro” è spartito fra Novo Nordisk (Ozempic e Wegovy rappresentano da soli quasi il 60% del suo fatturato) e la statunitense Eli Lilly, prima azienda farmaceutica al mondo, che ha risposto all’innovazione di Novo Nordisk con il più economico farmaco Zepbound (1.059,87 dollari al mese contro i 1.349 per il Wegovy) e poi con Mounjaro, analogo trattamento per il diabete, entrambi a base di tirzepatide – Ozempic e Wegovy utilizzano invece come principio attivo la semaglutide.


Conseguenze sull’economia danese


Il successo di Novo Nordisk ha avuto un forte impatto sull’economia della Danimarca: a partire dalla crescita economica, fino all’aumento del valore della corona danese, numerose conseguenze hanno travolto il Paese. L’economia danese è piccola e orientata all’export, che rappresenta il 70% del PIL: Novo Nordisk è la sua locomotiva. Ma cosa comporta per un Paese dipendere quasi completamente da un’unica azienda, che da sola “vale” più di esso?


  • Crescita economica e occupazionale. Secondo Danske Bank, la maggiore banca danese, Novo Nordisk sarà responsabile di metà della crescita del PIL danese, legata al settore farmaceutico. L’anno scorso, grazie all’espansione dell’industria farmaceutica, il governo ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL, portandole al 3% per il 2024 e al 2,9% per il 2025. Ci sono importanti ripercussioni anche sull’occupazione: Novo Nordisk attualmente impiega circa 60.000 persone, di cui 30.000 in Danimarca, e circa un quinto dell'aumento dell'occupazione danese è stato attribuito all'espansione dell'azienda. Tuttavia, questo dato non è unicamente positivo: in Danimarca c’è fin troppo lavoro, e a pagarne il prezzo sono le imprese di piccole dimensioni, che faticano a trovare personale e lottano contro il rischio chiusura. Ai benefici sull’economia locale vanno aggiunti gli investimenti effettuati da Novo Nordisk sul territorio danese per la costruzione di nuovi impianti produttivi: da quello di Odense, menzionato sopra, per il quale l’azienda sta investendo 1,2 miliardi di dollari, all’espansione della produzione a Kalundborg (già sede storica di uno dei principali impianti di produzione), operazione per la quale sono stati stanziati 6 miliardi di dollari, con conseguenti effetti su posti di lavoro, incremento della popolazione locale e aumento dei prezzi immobiliari.

  • Conseguenze sul valore della corona danese e sul mercato dei mutui. Il successo di Novo Nordisk è arrivato a influenzare persino gli equilibri monetari tra la Danimarca e i paesi dell’Euro: la massiccia richiesta di Ozempic e Wegovy negli Stati Uniti ha portato l’azienda a dover convertire moltissimi dollari in corone danesi. Ciò ha causato un forte aumento della richiesta di corone, facendo di conseguenza aumentare il valore. Infatti, l’andamento del valore delle valute monetarie funziona come quello dei normali beni di consumo: all’aumento della domanda aumenta il prezzo, e quindi il valore. Le corone danesi si sono apprezzate anche rispetto alle altre valute: possono essere facilmente compromessi da fattori quali l’andamento incerto della ricerca farmaceutica e le politiche statunitensi è cresciuto quindi il loro valore rispetto all’euro. La Danimarca fa parte dell’Unione Europea, ma mantiene la propria moneta con un accordo con l’UE, il quale prevede che il tasso di cambio tra corona ed euro non possa variare più del 2,25%. L’aumento di valore della corona dovuto alle vendite di Novo Nordisk rendeva reale il rischio che il valore della corona aumentasse più del limite previsto dall’accordo con l’Unione, generando uno squilibrio con l’euro. Perciò è dovuta intervenire la Banca centrale danese, che ha preso una serie di provvedimenti finalizzati a ristabilire l’equilibrio fra corona danese ed euro: ad esempio ha alzato i tassi di interesse per ridurre l’inflazione, ma li ha mantenuti intenzionalmente al di sotto di quelli stabiliti dalla BCE. Questo ha varie conseguenze sui cittadini, tra cui ad esempio l’aumento del costo dei mutui che consegue normalmente all’aumento dei tassi d’interesse: perciò gli affari di Novo Nordisk hanno finito per influire addirittura sul mercato dei mutui.

  • Le ombre e il pericolo “effetto Nokia”. Questo successo non ha solo lati positivi: per l’economia di uno Stato legarsi ad un'unica impresa è molto rischioso, e questo è emerso per esempio quando a dicembre 2024 le azioni di Novo Nordisk sono crollate del 18% dopo risultati deludenti del nuovo farmaco sperimentale CagriSema: in un solo giorno la borsa di Copenaghen ha perso il 13%. Inoltre, si teme che la Danimarca possa rimanere vittima dell’“effetto Nokia”, termine che si riferisce alla dinamica avvenuta qualche anno fa in Finlandia: l’economia finlandese era diventata troppo dipendente dal successo di Nokia, gigante nella produzione dei telefoni cellulari, trascurando lo sviluppo di altre attività produttive. Quando, con l’avvento dell’IPhone, Nokia è andata in crisi, il PIL finlandese è crollato dell’8,1% nel 2009 e la Finlandia ha impiegato anni a riprendersi. Tuttavia, il governo danese e gli economisti respingono questo paragone, facendo notare come il mercato del lavoro in Danimarca sia più flessibile e competitivo rispetto alla Finlandia all’epoca e come infatti non manchino nel Paese altre grandi imprese, come Carlsberg, Maersk e Vestas: le difficoltà, come già detto, riguardano maggiormente le piccole imprese.


Novo Nordisk oggi: il futuro incerto e l’ombra dei dazi USA


Per il 2025 Novo Nordisk prevede una crescita leggermente più lenta e la sua corsa sembra, per il momento, rallentata: l’8 aprile 2025 le sue azioni hanno registrato un calo del 58% rispetto al valore massimo raggiunto a giugno 2024. Inoltre, da marzo 2025 non è più l’azienda con maggiore capitalizzazione di mercato in Europa: è stata superata da Sap, gigante tedesco del software.


Le cause di questa caduta sono da imputare innanzitutto ai risultati deludenti del farmaco sperimentale CagriSema, che avrebbe dovuto superare Zepbound di Eli Lilly, offrendo ai pazienti una perdita di peso ancora maggiore e minori problemi di tollerabilità. Il Cagrisema combina il semaglutide, principio attivo utilizzato anche da Ozempic e Wegovy, con il cagrilintide, un ormone che fornisce a lungo la sensazione di sazietà; tuttavia, i dati emersi dallo studio sono stati uno shock: perdita di peso deludente e addirittura problemi di sicurezza del farmaco.


Eli Lilly, d’altra parte, ha ottenuto risultati clinici migliori con le sue nuove terapie e ha ormai superato l’azienda danese nella sua linea di punta, quella dei farmaci antiobesità e diabete.

A ciò si devono aggiungono le recenti preoccupazioni sui dazi di Trump, che hanno però pesato su tutte le imprese farmaceutiche. Al momento il settore dei farmaci è uno dei pochi ancora esclusi, ma Donald Trump, l’8 aprile, ha tolto ogni dubbio, lamentando il fatto che gli Stati Uniti non producano più propri farmaci e che paghino prezzi significativi per importarli: l’introduzione di dazi anche nel settore farmaceutico, nelle intenzioni del Presidente USA, riporterà la produzione di farmaci negli Stati Uniti. Si prevede che i dazi sul settore saranno circa del 25% e che potrebbero arrivare a costare 76,6 miliardi di dollari alle aziende farmaceutiche.Questo ha provocato una reazione immediata nel mercato, facendo scendere immediatamente il valore delle aziende che operano nel settore, inclusa Novo Nordisk (-5,5%).Tuttavia, secondo Andersen, Novo Nordisk sarebbe parzialmente protetta dai dazi di Trump dato che ha già una significativa presenza produttiva negli Stati Uniti.


Conclusione


Il caso di Novo Nordisk rappresenta un vero e proprio paradosso: un’azienda farmaceutica che è diventata capace di influenzare l’economia e la politica monetaria di un intero Paese. La Danimarca beneficia di questo successo - tra crescita economica e occupazionale,

investimenti, aumento del PIL - ma ne è anche, in parte, ostaggio: si infatti tratta di un equilibrio fragile, che può essere facilmente compromesso da fattori come l’andamento incerto della ricerca farmaceutica e le politiche statunitensi.Rimane da vedere come si evolverà questa situazione in futuro, se la Danimarca finirà vittima dell’ “effetto Nokia” finlandese o se sarà in grado di gestire meglio la situazione; sicuramente tutto questo ci deve far riflettere su cosa comporta davvero per uno stato dipendere da una singola azienda, per quanto (al momento) ancora di grande successo.


Bibliografia


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CORRIERE DELLA SERA. 2023. “Novo Nordisk, la società danese che vale più della Danimarca”. https://www.corriere.it/economia/aziende/23_dicembre_16/novo-nordisk-sfida- diventare-prima-azienda-farma-mondo-borsa-08bc\aa-9c59-11ee-9d68- ef03048c7988.shtml


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MILANOFINANZA. 2024. “Come funziona il nuovo farmaco per l’obesità di Eli Lilly e perché lo studio anti-diabete fa volare il titolo a Wall Street”. https://www.milanofinanza.it/news/cos-e-il-farmaco-di-eli-lilly-per-l-obesita-e-perche-il- nuovo-studio-fa-volare-il-titolo-in-borsa-202408211250299300


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