INTRODUZIONE
Erano ormai mesi che circolava la notizia della volontà di JP Morgan di acquisire Pernigotti e finalmente il deal si è concluso. Il gigante americano avrebbe in mente di rilanciare l’azienda dopo le turbolente vicende degli ultimi anni, poi culminate nella chiusura dello storico stabilimento di Novi Ligure nel 2020. Ad oggi, con l’ufficialità del passaggio della proprietà a JP Morgan, si potrebbe aprire una nuova e più prospera fase per il marchio storico italiano.
STORIA DELL’AZIENDA
La storia di Pernigotti inizia nel 1860 con il fondatore Stefano Pernigotti. Agli albori, quella che oggi identifichiamo come un’azienda affermata, nasce come un negozio di alimentari nel centro di Novi Ligure, in Piemonte. Già nel 1868, grazie al successo della loro produzione dolciaria, Pernigotti e il figlio decidono di mettersi in società e fondare l’azienda “Pernigotti & figlio” aprendo un primo stabilimento di produzione.
La seconda svolta per la Pernigotti avviene nel 1882, quando diventano fornitori ufficiali della Casa Reale. Questo riconoscimento porta un importante picco di reputazione per l’azienda, che si afferma come una delle più importanti del settore e nei suoi stabilimenti vengono prodotti alcuni dei cioccolatini più iconici della cioccolateria italiana: il gianduiotto, il cremino e il nocciolato.
Nella sua lunga storia, l’azienda di Novi Ligure ha vissuto la maggior parte del tempo sotto la proprietà della famiglia fondatrice, per passare alla famiglia Averna (già attiva nel settore delle bevande alcoliche) nel 1995 e poi alla famiglia turca Tosköz nel 2014.
INIZIO DELLA CRISI
Proprio sotto la direzione turca inizia la crisi che porterà alla chiusura dello stabilimento di Novi ligure nel 2020, chiusura dovuta ad una significativa diminuzione del fatturato: passato dai 75 milioni di euro del 2013 ai 50 del 2017- scesi ulteriormente nel corso dell’esercizio dello stesso anno - fino ad arrivare, al 30 giugno 2018, a 21,3 milioni di ricavi, con una conseguente perdita di esercizio pari a 5,3 milioni.
L’ingente perdita avrebbe poi reso necessaria, nel luglio 2018, una ricapitalizzazione di 3 milioni di euro per rimpolpare le casse della società, il cui patrimonio netto era sceso fino a 0,6 milioni.
MOTIVAZIONI DELLA CRISI
Le motivazioni della crisi risiederebbero nel fatto che lo stabilimento storico era caratterizzato da un’avanzata obsolescenza tecnologica dell’immobile e dei macchinari. Queste condizioni avrebbero costretto l’azienda a mantenere volumi di produzione eccessivamente bassi per ottenere efficienze ed economie di scala tali da aumentare la redditività.
L’INTERESSE DA PARTE DI JP MORGAN
L’interesse di JP Morgan in Pernigotti non è affatto casuale dato che arriva dopo soli pochi mesi dall’ingresso del colosso americano nel capitale di Walcor, azienda cremonese leader mondiale nella produzione di uova e monete di cioccolato.
Apparentemente J.P. Morgan avrebbe in mente la creazione di un hub di produzione cioccolatiera tutto italiano, volto a produzioni d’eccellenza che possano crearsi uno spazio sfidando i cugini svizzeri.
Per concludere, avendo già acquisito una partecipazione in Walcor, l’interesse ad investire in Pernigotti sembrerebbe più che motivato dato che l’integrazione dei processi delle due aziende potrebbe sviluppare delle sinergie che risolverebbero parte dei problemi che hanno portato alla crisi.
L’ACCORDO E GLI SVILUPPI FUTURI
Nel parlare di questa vicenda non si può non fare un accenno al fondo attraverso cui l’investimento viene condotto, ossia il Lynstone Special Situations Fund II, la cui chiusura era stata annunciata dalla stessa JP Morgan il 6 giugno 2022, dopo aver raccolto 2.4 miliardi di dollari da un’ampia gamma di investitori istituzionali come fondi pensione, compagnie assicurative e wealth managers negli USA, in Europa, Australia e Asia. Questo fondo ha l’obbiettivo di investire principalmente, come riportato dalla stessa JP Morgan in “stressed, distressed, and event driven situations in European and North American private and public markets across the capital structure, where underlying assets are potentially discounted due to illiquidity or market disruption and where an event or catalyst has the strong potential to drive a positive total return”. Questo fondo è riuscito a superare l’obbiettivo dei 2 miliardi di dollari raccolti, arrivando a 2.4 e diventando il secondo fondo del gruppo di JP Morgan Asset Management Global Special Situations (“GSS”) team guidato da Leander Christofides e Brad Demong. Il GSS Team opera come parte di J.P. Morgan Global Alternatives, una piattaforma di investimenti che spazia dalle infrastrutture, al real estate, dal settore dei trasporti agli hedge funds. Oltre, dunque, alla presenza di questo rilevante investimento c’è anche da segnalare il fatto che Pernigotti si sia assicurato da Illimity Bank un finanziamento da 10 milioni di euro, finalizzato principalmente “a supportare le esigenze di liquidità di Pernigotti garantendone la piena operatività in una fase strategica per il rilancio della società”, come viene riportato nel comunicato stampa della banca. Inoltre, nello stesso documento si chiarisce che il piano di rilancio della nuova proprietà prevede il mantenimento dell’intera produzione in Italia, dopo che parte di questa era stata dislocata in Turchia, ed intende fare leva sulle conoscenze tecniche manageriale, commerciale e ed industriale sviluppato dall’amministrazione di Walcor. Illimity Bank è la banca “ad alto tasso tecnologico”, fondata da Corrado Passera che ha come obbiettivo quello di sostenere le piccole e medie imprese ad alto potenziale, “acquistando crediti distressed corporate e gestendoli attraverso la propria piattaforma – neprix – offrendo servizi di banca diretta digitale attraverso illimitybank.co”. Come detto la collaborazione con Walcor risulterà fondamentale, soprattutto nei prossimi mesi, dato che le intenzioni di JP Morgan sono quelle di intercettare la campagna natalizia appena cominciata e di soddisfare ordini e commesse in vista delle festività di dicembre. Soddisfatti si dicono anche le autorità di Novi Ligure e i sindacati, in particolar modo la Flai CGIL, “Federazione lavoratori agroindustriali”, che dal 2018, quando la fabbrica venne fermata, seguono la vicenda con molta attenzione. In un comunicato del 19 settembre 2022 della stessa federazione si fa presente come al Ministero del lavoro si sia giunti anche all’accordo di proroga della cassa integrazione per ulteriori 12 mesi, “l’ultimo tassello necessario al definitivo passaggio di proprietà a J.P. Morgan”, che garantirà la piena occupazione dei dipendenti nel periodo di rilancio dell’attività. Nello stesso annuncio il sindacato fa riferimento con entusiasmo al piano industriale presentato dal fondo di investimento, con gli obbiettivi di: valorizzare il marchio storico Pernigotti, rilanciare la produzione nello stabilimento di Novi Ligure, tutelare i livelli occupazionali, con rilevanti prospettive di formazione e riqualificazione professionale. Vediamo più nel dettaglio in cosa consista questo piano.
IL PIANO INDUSTRIALE
Come riportato dal quotidiano “IlSole24 ore”, questo programma prevede prima di tutto investimenti per 3,2 milioni di euro per l’ammodernamento degli impianti, la cui obsolescenza era stata la causa della crisi dell’attività industriale. Oltre al rinnovo delle linee produttive, è pronto anche un investimento per marketing e pubblicità, per far entrare il marchio nella grande distribuzione organizzata. Tra gli obbiettivi è previsto anche un aumento dei volumi di produzione, passando da “un milione e 600mila tonnellate nel 2023 per arrivare a regime a 2,9 milioni di tonnellate nei periodi successivi.” La produzione attuale è stata riavviata coi macchinari ancora presenti in fabbrica, ma col nuovo capitale si prevede di sostituirli nel più breve tempo possibile, puntando a raggiungere “i 20-25 milioni di ricavi nell’arco di 12-24 mesi”. Un ultimo punto su cui soffermarsi è anche la volontà di rilocalizzare in Italia parte della produzione dolciaria di Pernigotti, che con la vecchia amministrazione dei Toksoz, era stata dislocata in Turchia, come ad esempio la produzione di creme spalmabili a marchio Pernigotti.
BIBLIOGRAFIA
2) “Pernigotti, chiude lo stabilimento di Novi Ligure”, Corriere della sera, 2018.https://torino.corriere.it/cronaca/18_novembre_06/pernigotti-chiude-stabilimento-novi-ligure-0b5f6a7a-e20c-11e8-9522-64e616a61d3d.shtml
3) Silvia Marzaletti, “Pernigotti brucia 5,3 milioni in sei mesi. Ricapitalizza per 3 milioni”, Il sole 24 ore, 2019. https://www.ilsole24ore.com/art/-pernigotti-brucia-53-milioni-sei-mesi-ricapitalizza-3-milioni-AEa1JkCH
5) J.P. Morgan Closes Lynstone Special Situations Fund II with $2.4 Billion in Total Commitments, Surpassing $2 Billion Target, 6 giugno 2022
6) Illimity supporta il piano di rilancio di Pernigotti con 10 milioni di euro,
7) Pernigotti. Fai, Flai, Uila: bene acquisizione da J. P. Morgan, 19 settembre 2022 Pernigotti. Fai, Flai, Uila: bene acquisizione da J. P. Morgan, 19 settembre 2022
8) Pernigotti, produzione ripartita con Jp Morgan e doppi turni in fabbrica, di Filomena Greco, 1° ottobre 2022
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