Fondata a Cuneo nel 2013 dai tre giovani Dario Brignone, Samuele Pinta e Alberto Dalmasso, Satispay è l’app di pagamento mobile che rappresenta un’alternativa alle carte di credito e di debito. Consente agli utenti di pagare nei negozi fisici e online e di scambiare denaro gratuitamente tra amici, oltre a beneficiare di una serie di altri servizi come buoni pasto, buoni acquisto, ricariche telefoniche, pagamenti di bollette, donazioni, buste regalo e risparmi. Oggi oltre 5 milioni di consumatori utilizzano Satispay in oltre 350.000 esercizi commerciali, tra cui piccoli negozi ma anche grandi retailer e ristoranti come Autogrill, Benetton, Boggi, Carrefour, Decathlon, Eataly, Trenitalia e Trenord, in Francia, Lussemburgo e Italia. Con sede a Milano, l'azienda conta oggi circa 650 dipendenti e mira a diventare la super rete di pagamento europea.
Grazie ad un investimento di 320 milioni di euro, nel settembre 2022 l’azienda è diventata uno dei tre unicorni italiani, raggiungendo una valutazione superiore al miliardo di euro. Si stima che un’azienda abbia solo lo 0,00006 per cento di possibilità di diventare un unicorno. Mediamente ci vogliono almeno sette anni perché lo si possa diventare ufficialmente. In tutto il mondo, oggi le startup non ancora quotate in Borsa, ma che hanno già raggiunto la soglia del miliardo di valore di mercato sono in tutto circa mille. Questo risultato raggiunto da Satispay, estremamente raro, è stato il frutto di un maxi round di finanziamento chiuso a fine settembre, pari a 320 milioni di euro, ed è il più grande mai registrato da una startup in Italia.
La chiave del successo
Secondo lo stesso fondatore Alberto Dalmasso, questo successo è dovuto alla capacità di creare un super-network di pagamenti, autonomo dalle carte, in relazione diretta sia con il consumatore che con gli esercenti. Fondamentale è stata la legge n. 221/2012, che ha permesso alle startup di crescere, tra agevolazioni fiscali e burocratiche e un più facile accesso ai capitali.
I tre fondatori, avendo notato che in Italia molte attività commerciali rifiutavano ancora i pagamenti con la carta di credito, preferendo il contante, all’inizio del 2015 lanciano tale sistema di pagamento. L’app ha seguito un percorso tipico delle startup di successo: inizialmente autofinanziata, ha attirato l’interesse di investitori come family office e grandi player del calibro di Esselunga, raccogliendo capitali e ampliandosi anche all’estero.
L’espansione e i round di finanziamento
Nel novembre 2020, Satispay ha annunciato un round di finanziamento di serie C dal valore complessivo di circa 93 milioni di euro, supportato dall’italiana Tim Ventures, il braccio di venture capital di TIM, e da big internazionali come Tencent e Square, poi diventato Block. L’operazione includeva 68 milioni di euro di capitale risultanti dall’acquisto di azioni di nuova emissione e 25 milioni di euro dall’acquisto di quote in capo a precedenti investitori, per favorire nuovi ingressi strategici. Sommando questo nuovo round di serie C ai 42 milioni di euro dei precedenti round di serie A e B, Satispay, nel 2020, ha raggiunto complessivamente 110 milioni di euro di investimenti raccolti dalla sua nascita, con una valutazione post-investimento di 248 milioni. Nel tempo, l’aggiunta di nuovi servizi per consumatori e negozianti ha accelerato la crescita, consolidando la sua posizione nel mercato.
La trasformazione in unicorno
La pandemia di Covid-19 ha segnato un punto di svolta per Satispay, che durante i primi dieci mesi del 2020 ha registrato un aumento di 450.000 nuovi utenti e 35.000 nuovi esercenti, tra cui grandi nomi come Carrefour, Auchan e Autogrill. Grazie a queste dinamiche, l’app ha processato un volume di transazioni pari a un miliardo di euro nel 2021, con due milioni di pagamenti settimanali e un fatturato netto di 15 milioni di euro. Successivamente, a fine settembre 2022 Satispay ha raggiunto un nuovo grande traguardo, raccogliendo un nuovo megaround di serie D da 320 milioni di euro. Questi risultati hanno consentito a Satispay di entrare nella ristretta cerchia delle startup unicorno.
Queste rappresentano una specifica categoria di aziende private che hanno raggiunto una valutazione di mercato superiore al miliardo di dollari, pur non essendo quotate in borsa. Il termine richiama l’animale leggendario, simbolo di forza e immaginazione, che riflettono il potenziale di queste imprese. L’espressione "azienda unicorno" è stata introdotta per la prima volta nel 2013 da Aileen Lee, fondatrice del fondo di venture capital Cowboy Ventures. Sono direttamente i venture capital e gli investitori, che hanno partecipato al finanziamento della società, ad effettuare la valutazione miliardaria delle aziende unicorno. Sostanzialmente, dato che quasi tutti gli unicorni sono delle startup, il loro valore si basa sul potenziale di crescita e di sviluppo.
Le aziende unicorno diventano tali perché hanno individuato un modello di business funzionante, capace di generare un profitto che viene incrementato nel tempo. Non esiste una regola unica per questo passaggio: alcune aziende sono state create acquisendo altre società, altre tramite un aumento di capitale privato. Alla base di queste realtà solitamente c’è un’idea innovativa, che offre sul mercato un prodotto o un servizio che coinvolge un grande numero di clienti o interessati. Molte aziende unicorno hanno sfruttato le potenzialità del digitale, come nel caso di Satispay. In ambito fintech anche Scalapay, startup italiana attiva nella rateizzazione dei pagamenti, ha ottenuto un notevole successo. Questa startup è diventata un unicorno raccogliendo 700 milioni di dollari di finanziamenti e raggiungendo presto una valutazione sopra il miliardo.
Le aziende unicorno hanno alcune caratteristiche comuni, tra cui una visione ambiziosa e una missione chiara, con soluzioni innovative e scalabili al fine di creare valore per i clienti e per gli stakeholder; un team di talenti e una cultura organizzativa forte; un modello di business scalabile e sostenibile, che si basa su tecnologie avanzate; un accesso a fonti di finanziamento elevate e diversificate, tra cui fondi di venture capital, di private equity, di corporate venture, di business angels e di altri attori del mercato finanziario, che ne supportano la crescita e la valutazione.
Il nuovo aumento di capitale
Oggi Satispay conclude un nuovo aumento di capitale del valore di 60 milioni di euro, portando la raccolta complessiva a oltre mezzo miliardo di euro. I principali investitori coinvolti sono l’americana Addition Venture Capital, l’inglese Greyhound Capital e il private equity Lightrock. L’operazione mette a disposizione dell’azienda risorse finanziarie per sostenere l'espansione e valutare acquisizioni strategiche. Inoltre, rispecchia la forte alleanza tra la società italiana, guidata da Alberto Dalmasso, e i tre soggetti finanziari, fiduciosi nel potenziale di crescita di Satispay, che ha superato i 5 milioni di utenti e 380.000 merchant e ha colto una grande opportunità di mercato con il lancio dei servizi Buoni Pasto e Fringe Benefit. Questi ultimi, in soli 12 mesi, grazie alle caratteristiche innovative, hanno raggiunto oltre 12.000 aziende clienti e superato i 50.000 utilizzatori. La società prevede anche il lancio di nuovi servizi di investimento rivolti agli utenti. Come segnale di fiducia, i fondatori vedono aumentare i loro diritti di voto da 3 a 5, riacquisendo il controllo della maggioranza della società. Tuttavia, il capitale raccolto servirà anche a fronteggiare le perdite. Nel 2023, Satispay ha ridotto il passivo a 46,3 milioni di euro rispetto ai 60 milioni dell’anno precedente, nonostante i ricavi siano ancora limitati a 22 milioni.
Il prossimo step della fintech
Satispay si prepara a offrire prodotti di investimento tramite la sua app, mirando ad affermarsi come leader non solo nel mercato dei pagamenti tramite mobile, ma anche in quello del welfare aziendale e degli investimenti. Partendo da opzioni a rendimento fisso, l’obiettivo è espandere l’offerta con strumenti finanziari a rischio e rendimento più elevati, basati sui feedback degli utenti.
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