Lungi dall'essere semplicemente una creatura mitologica, “unicorno” è un termine utilizzato nel settore del venture capital per descrivere una startup con un valore di oltre un miliardo di dollari e che non è quotata in borsa.
Questa parola è stata usata in tal senso per la prima volta nel 2013 dalla venture capitalist Aileen Lee, fondatrice di CowboyVC, un fondo di capitale di rischio con sede a Palo Alto, California. In particolare, nel suo articolo "Welcome to the Unicorn Club: Learning from Billion-Dollar Startups" l’investor ha osservato come, tra le startup operanti nel settore del software fondate negli anni Duemila, solo lo 0,07% di esse raggiungerà mai una valutazione di un miliardo di dollari. Quelle che sono riuscite a raggiungere questo traguardo “sono così rare che trovarne una è difficile come trovare un mitico unicorno”[i]. Da allora la definizione di unicorno è rimasta tale, nonostante il numero di società con tali caratteristiche sia aumentato.
Recentemente sono stati coniati diversi termini per definire le startup che ottengono valutazioni quozienti o multipli di un miliardo: minicorn (1 milione di dollari), decaron (10 miliardi di dollari), hectocorn (100 miliardi di dollari)[ii].
I settori più sviluppati in questo senso sono quelli del fintech e di internet software & services, che rappresentano ciascuno il 15% degli unicorni totali, seguiti, tra gli altri, da intelligenza artificiale, e-commerce, salute, trasporti e telecomunicazioni[iii].
Secondo Aileen Lee, i primi unicorni furono fondati negli anni '90: in particolare Alphabet, controllante di Google LLC, era il chiaro super-unicorno del gruppo, con una valutazione di oltre 100 miliardi di dollari. Ai tempi del suo articolo, nel 2013, Ailen Lee poteva annoverare 39 unicorni. Al 17 Maggio 2021, secondo CB Insights[iv], sono più di 650, con una crescita del 20% rispetto a Dicembre 2020.
La maggior parte ha sede negli Stati Uniti (52%) e in Cina (21%); distribuzione analoga hanno gli investitori e, in particolare, quelli con sede in Cina hanno sostenuto in proporzione più unicorni cinesi e gli investitori con sede negli Stati Uniti hanno sostenuto in proporzione più unicorni americani.
Ha proprio sede a Pechino la startup unicorno più valutata al mondo. Si tratta di ByteDance, società cinese fondata nel 2012 ed attiva nel settore informatico, conosciuta soprattutto per essere la proprietaria del famoso social network TikTok, la cui app è stata scaricata circa 2 miliardi di volte da Maggio 2020. Ma il successo di ByteDance non si ferma qui: infatti, la società cinese gestisce diverse app, tra le quali spicca Toutiao, famosa piattaforma di informazione che, basandosi sulle preferenze degli utenti, propone loro notizie su misura ed adeguate alle singole esigenze.
I tre punti di forza di ByteDance, cui è dovuto l’enorme e crescente successo, sono sicuramente: la base di utenti molto giovane ed attiva, i contenuti virali e l’alto tasso di interazione (si stima che i migliori 50 content creators di TikTok abbiano più followers della popolazione complessiva di Messico, Canada, Regno Unito e Australia) ed, infine, la raccomandazione e la personalizzazione dei contenuti grazie ad algoritmi in grado di abbinare il singolo utente a video, musica, e-commerce e notizie che possano coinvolgerlo ed interessarlo[v].
Attualmente, secondo analisi e dati raccolti da CB Insights, ByteDance ha un valore di oltre 140 miliardi di dollari[vi].
L’Europa, è purtroppo ancora lontana da questi numeri e rappresenta una percentuale minima, pari a circa il 14% nel 2019[vii] - contro il 50% degli Stati Uniti ed il 33% dell’Asia[viii] - del numero totale di startup non quotate e valutate oltre un miliardo di dollari, con una concentrazione di unicorni principalmente in Regno Unito, Germania e Francia[ix]. Attualmente, in Italia il fenomeno in questione è completamente assente.
Eppure, da una ricerca condotta da McKinsey, risulta che l'Europa produca circa il 36% delle start up globali: il fatto che solo il 14% degli unicorni nel mondo abbia origine in UE appare, quindi, discordante. Il motivo alla base di questa divergenza e del mancato decollo delle startup europee è da ricondursi alla frammentazione del Pil; infatti, Alessio Botta, partner responsabile di McKinsey Digital per il Mediterraneo, sostiene che “l’Europa, compreso il Regno Unito, ha un Pil sostanzialmente comparabile a quello degli Stati Uniti ma il Pil europeo è frammentato in Paesi con sistemi regolatori, valute e lingue diverse. Questa frammentazione è il primo freno allo sviluppo delle startup europee”. Inoltre, vi è un’elevata differenza nella portata dei finanziamenti di venture capital disponibili per la crescita imprenditoriale: la capacità di venture capital è molto meno sviluppata in Europa ed è pari a circa un quinto rispetto a quella degli Stati Uniti. Non per ultimo, rileva anche il fattore culturale: in Europa, a differenza di quanto accade in America, si tende ad avere una maggiore avversione al rischio negli investimenti[x]. Altri fattori che – secondo lo studio di McKinsey – possono incidere sul minore successo delle startup in Europa sono: la minore forza attrattiva e la generale strettezza normativa; la variabile culturale che, a differenza di quanto avviene in USA, non riconosce nel fallimento una tappa del percorso di crescita e presenta una maggiore pressione verso il raggiungimento del successo, e, infine, in Europa i superhub dell'innovazione non sono così ricchi di risorse come quelli negli Stati Uniti[xi].
Il valore di una startup unicorno viene calcolato facendo riferimento alla sua ultima tornata di finanziamenti. Ad esempio, se una startup si vede accordare 100 milioni di dollari per il 10% delle azioni, il valore si attesterà ad un miliardo.
Un metodo alternativo è quello che prevede l’assegnazione del valore nel corso di una acquisizione, come accaduto, ad esempio, quando Facebook ha acquisito Instagram per un miliardo di dollari[xii].
Pertanto, si può dire che il valore degli unicorni si basa generalmente sulle previsioni di lungo termine circa la crescita e lo sviluppo di queste società da parte di investitori e venture capitalists. Si tratta di valutazioni spesso complicate, perché effettuate in settori estremamente innovativi in cui non è presente una vera e propria concorrenza rispetto alla quale sia possibile effettuare un confronto.
La crescita esponenziale del numero di aziende unicorno nel mondo è in parte dovuto a un aumento del venture capitalism, che ha comportato un ingente capitale privato disponibile per le startup. Un altro fattore che ha contribuito è stata la strategia sempre più diffusa del concetto “get big fast” [xiii]: nell’ultimo decennio è stata osservata una tendenza sempre maggiore a investire in aziende giovani, in modo che possano crescere rapidamente e superare i potenziali concorrenti.
Il sospetto che viene avanzato da più parti è che si tratti dell’ennesima bolla, analoga a quella delle dot.com del 2008: anche allora le aziende tecnologiche riuscirono a convogliare lauti finanziamenti per poi vedere l’esplosione della bolla formatasi. Si tratta di un evento che, però, ebbe l’effetto di eliminare le aziende che non avevano requisiti per rimanere nel mercato a vantaggio di quelle più forti, tra cui Amazon.
Il primo trimestre del 2021 è stato uno dei peggiori per il fintech sostenuto da venture capital: vi sono state solo 3 nascite di unicorni, per un totale di 67 a livello globale e per un valore complessivo di 253 miliardi di dollari (al 22 Aprile 2020)[xiv].
Come già accennato, l’Europa, nonostante il grande potenziale del suo mercato, non presenta un numero di unicorni affine a quello di altri territori e in linea con le proprie capacità. Anche per rimediare a questa mancanza, la Commissione europea il 9 Marzo 2021 ha presentato la visione, gli obiettivi e le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell'Europa entro il 2030[xv]. Le ambizioni digitali dell'UE per il prossimo decennio sono state rappresentate tramite una “bussola per il digitale” concepita attorno a quattro punti cardinali: i) cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale; ii) infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti; iii) digitalizzazione dei servizi pubblici; iv) trasformazione digitale delle imprese nel cui ambito rientra anche l’ambizione a raddoppiare il numero di imprese unicorno aumentando scale-up e finanziamenti[xvi].
Inoltre, il 19 Marzo 2021, in occasione del Digital Day, 24 Stati membri dell’UE e l’Islanda hanno firmato la dichiarazione “EU Startup Nations Standard”[xvii] impegnandosi a sostenere la crescita delle startup di tutta Europa in ogni fase del loro sviluppo; questo può avvenire creando condizioni più favorevoli per ogni fase della crescita delle startup: ad esempio, semplificando e velocizzando i procedimenti per la costituzione delle startup e per le domande di visto presentate da persone di talento provenienti da paesi terzi, prevedendo un trattamento fiscale delle stock options più favorevole, innovando la regolamentazione e migliorando l’accesso al capitale di rischio attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI) o altri veicoli dedicati e i metodi per aumentare sia la quantità che la diversità del capitale privato.
Tra i Paesi che hanno firmato la dichiarazione “EU Startup Nations Standard” è presente anche l’Italia che – dopo il fallimento nel 2019 di Bio-On[xviii], società bolognese produttrice di bioplastiche totalmente biodegradabili, divenuta secondo unicorno italiano (dopo Yoox) nel 2018[xix] – non possiede più alcuna startup dal valore superiore ad un miliardo di euro.
L’auspicio è che le pratiche previste arrivino a rappresentare la regola generale e un punto di forza nella ripresa dalla crisi in corso e nella transizione europea verso un’economia sostenibile, digitale e resiliente. In questo ambito, le startup possono – infatti – svolgere un ruolo fondamentale: presentando un’elevata capacità di sviluppare innovazioni rivoluzionarie in risposta alle esigenze e alle problematiche del mondo reale, potranno creare nuovi posti di lavoro e costruire sinergie con forti industrie europee[xx].
[i] Marchetti, Dario. “Cosa si intende per aziende unicorno, in finanza?”, Face The Jungle, 8 Ottobre 2020. https://www.facethejungle.com/cosa-si-intende-per-aziende-unicorno-in-finanza/
[ii] Chauhan, Deepak. “What Is Minicorn, Soonicorn, Unicorn, Decacorn and Hectocorn Startups?”, Indian start up news, 14 Ottobre 2020. https://indianstartupnews.com/blog/what-is-minicorn-soonicorn-unicorn-decacorn-and-hectocorn-startups/
[iii] “$1B+ Market Map: The World’s 600+ Unicorn Companies In One Infographic”, CB Insights, 24 Marzo 2021. https://0-app-cbinsights-com.lib.unibocconi.it/research/unicorn-startup-market-map/
[iv] “Here’s The Geographic Breakdown Of The Top Unicorn Investors — And Where In The World They’re Placing Their Bets”, CB Insights, 17 Marzo 2021. https://0-app-cbinsights-com.lib.unibocconi.it/research/top-unicorn-investors-geography-trends/
[v] “How TikTok’s Owner Became The World’s Most Valuable Unicorn”, CB Insights, 18 Giugno 2020. https://0-www-cbinsights-com.lib.unibocconi.it/research/report/bytedance-tiktok-unicorn/
[vi] “The Complete List Of Unicorn Companies”, CB Insights, 22 Maggio 2021. https://www.cbinsights.com/research-unicorn-companies
[vii] Baroudy, Kim. “Europe’s start-up ecosystem: Heating up, but still facing challenges”, McKinsey & Company, 11 Ottobre 2020. https://www.mckinsey.com/industries/technology-media-and-telecommunications/our-insights/europes-start-up-ecosystem-heating-up-but-still-facing-challenges#
[viii] Landolfi, Flavia. “Le startup europee crescono ma non sfondano: Rapporto McKinsey sul sistema mondiale delle imprese ad alto tasso di innovazione: nel Vecchio Continente solo il 14% sono «unicorni», contro il 50% Usa e il 33% dell’Asia”, Il Sole 24 Ore, 27 Ottobre 2020. https://www.ilsole24ore.com/art/le-start-up-europee-crescono-ma-non-sfondano-ADta7fx?refresh_ce=1
[ix] Rudden, Jennifer. “Share of unicorns in Europe as of April 2021”, Statista, 23 Aprile 2021. https://www.statista.com/statistics/1094258/share-of-unicorns-europe-by-country/
[x] Landolfi, Flavia. “Le startup europee crescono ma non sfondano: Rapporto McKinsey sul sistema mondiale delle imprese ad alto tasso di innovazione: nel Vecchio Continente solo il 14% sono «unicorni», contro il 50% Usa e il 33% dell’Asia”, Il Sole 24 Ore, 27 Ottobre 2020. https://www.ilsole24ore.com/art/le-start-up-europee-crescono-ma-non-sfondano-ADta7fx?refresh_ce=1
[xi] Baroudy, Kim. “Europe’s start-up ecosystem: Heating up, but still facing challenges”, McKinsey & Company, 11 Ottobre 2020. https://www.mckinsey.com/industries/technology-media-and-telecommunications/our-insights/europes-start-up-ecosystem-heating-up-but-still-facing-challenges#
[xii] Chen, James. “Unicorn”, Investopedia, 30 Marzo 2021. https://www.investopedia.com/terms/u/unicorn.asp
[xiii] Chen, James. “Unicorn”, Investopedia, 30 Marzo 2021. https://www.investopedia.com/terms/u/unicorn.asp
[xiv] “Global Fintech Unicorns See Covid-19’s Impact”, CB Insights, 22 Maggio 2020. https://0-app-cbinsights-com.lib.unibocconi.it/research/fintech-unicorns-q1-20/
[xv] “Decennio digitale europeo: il percorso stabilito dalla Commissione verso un'Europa autonoma e responsabile dal punto di vista digitale entro il 2030”, Commissione europea, 9 Marzo 2021. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_21_983
[xvi] “Communication from the Commission to the European Parlment, the Council, the european economic and social committee and the commitee of the regions empty: 2030 Digital Compass: the European way for the Digital Decade”, Commissione europea, 9 Marzo 2021. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/en/TXT/?uri=CELEX:52021DC0118
[xvii] “24 EU Member States commit at Digital Day to take action to support growth of EU Startups: Today at the EU Digital Day 24 EU Member States and Iceland signed the declaration on Startups Nations Standard of Excellence, to support startups across Europe in each stage of their development”, European Commission, 19 Marzo 2021. https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/news/24-eu-member-states-commit-digital-day-take-action-support-growth-eu-startups
[xviii] “Bio-on, il Tribunale di Bologna dichiara il fallimento e l’esercizio provvisorio”, Il Sole 24 Ore, 20 Dicembre 2019. https://www.ilsole24ore.com/art/bio-on-tribunale-bologna-dichiara-fallimento-ACWEDi7
[xix] Rociola, Arcangelo. “Borsa Italiana sospende Bio-On a tempo indeterminato. Cosa succede all'ex startup della plastica”, Agi, 24 Ottobre 2019. https://www.agi.it/economia/bio_on_borsa-6424341/news/2019-10-24/
Comments