Le emissioni di Green Bond – titoli obbligazionari legati al finanziamento di progetti ad impatto ambientale – hanno raggiunto i nuovi massimi mensili nel mese appena terminato. Infatti, ad una settimana dalla fine di Marzo 2021, le emissioni ammontavano già a 48 miliardi di euro, in rialzo di ben 4 miliardi rispetto al record stabilito lo scorso settembre[i].
Secondo una recente analisi di NN Investment Partners[ii], le performance dei Green Bond hanno superato quelle delle obbligazioni tradizionali (con rendimenti del 7,4% contro rendimenti del 6,0%) e si stima che il mercato globale delle obbligazioni verdi arriverà a superare i 1.000 miliardi a fine 2021[iii].
Questi dati non stupiscono: le obbligazioni verdi hanno infatti registrato una rapida crescita fin dalla loro creazione, avvenuta nel 2007. Infatti, il 4 Luglio dello stesso anno, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha emesso il primo Green Bond al mondo, invenzione dell’attuale capo del Funding Sostenibilità della stessa Banca, Aldo Romani[iv]. In Italia, la prima a porre la finanza al servizio dell'ambiente è stata Hera, multiutility emiliana, che nel 2014 ha emesso un decennale da 500 milioni di euro[v]. Negli ultimi anni, grazie alla crescente attenzione delle istituzioni alla tutela ambientale e allo sviluppo sostenibile e al rapido aumento della domanda da parte degli investitori, la diffusione di questi strumenti è stata sempre più celere.
Le obbligazioni verdi, o “Green Bond”, sono strumenti finanziari che permettono di finanziare investimenti nel settore climatico ed ambientale.
Sono legate ad iniziative quali la prevenzione ed il controllo dell’inquinamento, il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, l’utilizzo sostenibile dell’acqua e dei terreni, l’edilizia eco-compatibile, l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti pulite, i trasporti urbani a idrogeno e metano o altri carburanti alternativi, etc.
Presentano le stesse caratteristiche delle obbligazioni tradizionali ma, oltre ad essere finalizzate alla realizzazione di specifici obiettivi in ambito di sostenibilità ambientale, per essere considerate “green” devono rispettare i Green Bond Principles (GBP); è infatti necessario: i) che l’emittente del titolo specifichi con chiarezza la destinazione dei proventi a progetti che apportino evidenti benefici a livello ambientale, ii) che vengano rispettati particolari procedimenti per la valutazione degli obiettivi e per la selezione dei progetti, iii) che sia garantita la massima trasparenza da parte dell’emittente dell’obbligazione nella comunicazione circa la gestione dei proventi, il monitoraggio e la rendicontazione dell’importo relativo al finanziamento ottenuto e, infine, iv) la costante disponibilità di report per consentire agli investitori di essere aggiornati sull’avanzamento dei progetti dagli stessi finanziati.
Si tratta, tuttavia, di semplici linee guida dettate dall’International Capital Market Association (ICMA), non esistendo ancora uno standard globale di certificazione.
Essendo i GBP considerati come “autoregolamentazione”, la violazione di questi principi non prevede una sanzione[vi]: sarà il mercato stesso a punire con una ricaduta in termini reputazionali il mancato rispetto dei principi ICMA da parte dell’azienda.
È, inoltre, raccomandato agli emittenti il ricorso ad uno o più revisori esterni indipendenti per confermare l’allineamento del bond emesso con i GBP.
La revisione esterna può consistere nella cd. “second-party opinion”, ossia nell’opinione di una seconda parte indipendente dall’emittente e competente in materia di sostenibilità ambientale in grado di verificare l’allineamento dell’emissione con i Green Bond Principles e di esaminare gli obiettivi e le caratteristiche green dei progetti. A seguito di questa analisi, Cicero[vii] - revisore esterno e fornitore di second opinion - valuta il progetto attribuendo allo stesso una delle tre gradazioni di verde in base all’impatto ambientale dello stesso[viii].
Forma alternativa di revisione è rappresentata dal cd. “green bond rating” ed è fornita da agenzie di rating come Moody’s Investors Service e S&P Glogal ratings[ix].
Inizialmente l’emissione di questi strumenti era legata perlopiù ad istituzioni finanziarie sovranazionali, tra cui la Banca Mondiale e la Banca europea per gli investimenti. Con gli anni si sono poi diffusi titoli emessi da singole aziende, municipalità ed agenzie statali e, nel 2017, Intesa San Paolo è stata la prima banca italiana ad emettere un titolo legato a progetti di sostenibilità ambientale e climatica[x].
Attualmente, gli Stati europei che hanno emesso obbligazioni verdi sono Italia, Germania, Francia e Paesi Bassi, a cui dovrebbero aggiungersi, nel 2021, anche Spagna, Danimarca, Ucraina e Slovenia[xi].
A questi, dal 3 Marzo, si è unita l’Italia: il Tesoro ha chiuso il collocamento del primo BTp Green italiano, con scadenza 30 aprile 2045, fissandone in 8,5 miliardi di euro l’ammontare, affidato ad un pool di banche composto da Bnp Paribas, Crédit Agricole, Intesa Sanpaolo, JP Morgan e NatWest Markets[xii]. La second-party opinion sul BTp green è stata realizzata da Vigeo-Eiris, che ha assegnato al framework dell’Italia il giudizio Advanced[xiii].
La guidance iniziale era di 15 punti base sopra il BTp 2041, poi scesa a 12 punti, con un rendimento del titolo all'1,5%. A fine mattinata le domande sono state per oltre 76 miliardi di euro e, a fine giornata, gli ordini hanno superato quota 80 miliardi di euro, quasi 10 volte l’importo emesso. Il Buono del Tesoro al momento non è offerto direttamente ai risparmiatori retail, per via dell’importante domanda da parte degli istituzionali, anche se il retail può sempre acquistare sul mercato secondario, andando allo sportello una volta emesso il titolo[xiv].
Nel "Quadro di riferimento per le emissioni dei BTp green” (Green bond framework[xv]), pubblicato dal Mef lo scorso febbraio, viene illustrata la strategia ambientale italiana ed i meccanismi essenziali che accompagneranno l’emissione dei BTp Green: i criteri di selezione delle spese presenti nel bilancio dello Stato ritenute ammissibili per le emissioni di BTp Green, l’uso del ricavato delle varie emissioni, il monitoraggio delle spese, il loro impatto ambientale.
Le ragioni che hanno spinto l’Italia all’emissione dei BTp Green sono in primis quella di comunicare l'impegno della politica nell’affrontare il cambiamento climatico e nella protezione dell’ambiente. Infatti, la transizione ecologica è oramai parte integrante del progetto dell’Italia del futuro: i BTp Green si inseriscono nel contesto di un G20 sotto la presidenza italiana e di una serie di impegni internazionali sul tema, dall’Accordo di Parigi al Green deal europeo. Inoltre, si è voluto operare un ampliamento del mix di prodotti offerti, nonché della base degli investitori al fine di beneficiare della crescente domanda di tali strumenti e di fornire un ulteriore supporto allo sviluppo della finanza sostenibile, comprese le obbligazioni di sostenibilità emesse da istituzioni italiane.
Come si legge nel documento, verranno finanziate le spese statali destinate a contribuire alla realizzazione di uno o più fra i seguenti obiettivi ambientali, come delineati dalla tassonomia europea delle attività sostenibili: mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e dell'ambiente marino, transizione ad un'economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento, protezione, miglioramento e ripristino della biodiversità, degli ecosistemi e dei servizi ambientali.
Al fine di delimitare le spese da finanziare, vengono anche presi in considerazione 6 dei 17 obiettivi dell’Agenda dell’ONU, noti come Sdgs (sustainable development goals), selezionati dal Mef e dal comitato interministeriale: acqua pulita e igiene (obiettivo 6), energia pulita e accessibile (obiettivo 7), città e comunità sostenibili (obiettivo 11), consumo e produzione responsabili (obiettivo 12), agire per il clima (obiettivo 13), vita sott’acqua (obiettivo 14), vita sulla terra (obiettivo 15).
Sono individuate delle spese incompatibili a priori con gli obiettivi di sostenibilità e, pertanto, non finanziabili con i proventi del Green Bond, tra cui quelle inerenti allo sfruttamento dei combustibili fossili, agli impianti di energia altamente inquinanti (con livelli di emissione CO2 superiori a 100g CO2/kWh), alla lavorazione e produzione di alcolici e di derivati dal tabacco, nonché alla produzione di armi.
L’Italia prevede di selezionare le spese specifiche relative alle obbligazioni emesse (portafoglio ammissibile) il prima possibile e comunque entro sei mesi dall’emissione del BTp e di assegnare i proventi netti alle spese selezionate entro 24 mesi (periodo di assegnazione). Il finanziamento potrà coprire spese relative a un periodo compreso tra i tre anni precedenti all’emissione del BTp e quello successivo.
Fondamentale è la rendicontazione: con frequenza annuale sarà reso pubblico un documento denominato “Italian Sovereign Green Bond Allocation and Impact Report”, che illustrerà l’allocazione delle risorse reperite tramite l’emissione di titoli di stato green nell’anno precedente, così come per gli anni che precedono l’ultimo anno di riferimento, ma conterrà anche lo stato di avanzamento dell’erogazione delle somme previste da ciascuna emissione di titoli green, una scheda riepilogativa dell’avanzamento della realizzazione degli interventi finanziati e le informazioni sull'impatto ambientale delle spese verdi.
L’auspicio è che i Green Bond possano rappresentare un’opportunità per aumentare la disponibilità di capitali necessari alla transizione verso un’economia più sostenibile e per ridurre i costi del debito per i progetti con ripercussioni ambientali positive.
[i] Borsa Italiana. 2017. Borsa Italiana. 27 Giugno. https://www.borsaitaliana.it/notizie/finanza-sostenibile/news/message/green-bond-intesa-sanpaolo.htm
[ii] Bos, Bram. 2020. NN Investment Partners. 20 Febbraio. https://www.nnip.com/it-IT/institutional/insights/green-bond-le-performance-ne-confermano-il-successo
[iii] Tetro, Tommaso. 21. Rinnovabili.it, il quotidiano sulla sostenibilità ambientale. 2020 Dicembre. https://www.rinnovabili.it/green-economy/finanza-sostenibile/mercato-globale-dei-green-bond/
[iv] D'Angerio, Vitaliano. 2020. Il Sole 24 Ore. 24 Gennaio. https://www.ilsole24ore.com/art/green-bond-ecco-cosa-sono-e-come-funzionano-AC9tKqDB
[v] Gruppo Hera. 2021. Gruppo Hera. 24 Marzo. https://www.gruppohera.it/gruppo/investitori/debito-e-rating/emissioni
[vi] D'Angerio, Vitaliano. 2020. Il Sole 24 Ore. 24 Gennaio. https://www.ilsole24ore.com/art/green-bond-ecco-cosa-sono-e-come-funzionano-AC9tKqDB
[vii] CICERO Shades of green. s.d. «CICERO Shades of green.» https://static1.squarespace.com/static/5bc5b31a7788975c96763ea7/t/5e844ddcee3f165881310782/1585729004222/Shades+of+green+factsheet+V4.pdf
[viii] Pronina, Lyubov. 2019. Bloomberg Professional Services. 24 Marzo. https://www.bloomberg.com/professional/blog/green-bonds-green-green/
[ix] Picarella, Francesca. 2018-2019. «Prova finale corso di laurea in economia "La finanza sostenibile".» http://tesi.cab.unipd.it/63422/1/Picarella_Francesca.pdf
[x] Borsa Italiana. 2017. Borsa Italiana. 27 Giugno. https://www.borsaitaliana.it/notizie/finanza-sostenibile/news/message/green-bond-intesa-sanpaolo.htm
[xi] Redazione Professione Finanza. 2021. Professione Finanza. 5 Marzo. https://www.professionefinanza.com/green-bond-arrivato-anche-in-italia/.
[xii] Ministero dell'Economia e delle Finanze. 2021. Risultati dell’emissione del primo BTP Green. Comunicato n.39, Roma: Ufficio Stampa.
[xiii] Dal Maso, Elena. 2021. Milano Finanza. 3 Marzo. https://www.milanofinanza.it/news/btp-green-2045-domande-per-oltre-76-miliardi-di-euro-rendimento-dell-1-5-202103030911483379.
[xiv] Bisello, Greta. 2021. Advisor Online. 1 Marzo. https://www.advisoronline.it/asset-manager/gestori-e-mercati-finanziari/59239-btp-green-passi-in-avanti-per-l-italia-verso-un-economia-sostenibile.action.
[xv] Ministero dell'Economia e delle Finanze. 2021. «Republic of Italy, Green Bond Investor Presentation.» Presentazione, Roma.
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